Il diario di Tita
17 Aprile 2008
Il profumo della primavera
Sembra quasi che lo faccia apposta, ma ho bisogno di sentire il profumo della primavera, il vento che spazza veloce il cielo, le nuvole che nascondono il sole, e a volte pure le montagne, e quando riesco ad avere la voglia di mettere qualcosa di nero sul bianco, sento che sono di nuovo vivo, e se anche soffro al pensiero di svegliarmi, e dover incominciare a capire che devo per forza vivere.
(un po’ esagerato, ma qualche volta è veramente cosi’)
L’ultima volta che ho scritto qualcosa, era la scorsa primavera, e mamma mia mi fa paura pensare a quante cose possono succedere nella vita di ognuno.
Oggi è così, e domani vedremo.
Certo si potrebbero fare dei progetti, magari pure uno solo, che sicuramente è quello più difficile.
Così in teoria come in prateria, la natura è la madre di tutti, mentre il padre non si sa cosa faccia, e questo pensiero ci porta oltre il fumo della nostra vita che ci passa accanto e non sempre riusciamo a prenderla per mano, per vivere più vivi.
E poi, e poi, siamo diventati tutti più saggi, più pigri, più lenti, più nervosi, più mostri di bravura, e abbiamo capito che anche così si diventa più vecchi e cari.
Ma è uguale, anche questa è la vita, e queste cose servono per pensare a chi non ci chiede mai niente, ma che ci aspetta sempre con tanto amore e speranza.
Siamo cosi’ a fine novembre 2008, è trascorsa un’altra estate nelle foreste del Latemar, sulle tracce dei pinoli fantasma.
Settembre e ottobre con giornate belle chiare e con i colori più belle, a parte qualche tempesta d’amore, con pioggia e neve.
Poi a partire dalla II metà di novembre è calato il gelo il freddo, l’acqua la neve, e a fine novembre ancora tantissima neve da incorniciare tutta la Val di Fassa con un effetto spettacolare.
A essere sincero non me l’aspettavo questo evento meteo, e pensavo che l’autunno si trascinasse fino a inizio inverno con clima mite e con l’ansia di non farcela a iniziare la stagione sciistica, con i prati ancora grigi, e le sterpaglie a ostacolare la corsa del vento e a fare il solletico alle marmotte e alle volpi.